In un mondo sempre più connesso, dove fenomeni ed effetti si diffondono rapidamente ovunque, la crescita anomala dei costi di magazzino, che va registrandosi in diverse zone degli Stati Uniti in questo ultimo periodo, è un fattore da tenere d’occhio.
In una situazione di mercato fortemente provata da pandemia e crisi, sia energetica che d’approvvigionamento di materie prime, il caro magazzini suona come un nuovo campanello d’allarme. Ad alzare l’attenzione, un recente studio di CBRE, aziende leader nell’immobiliare commerciale, che ha fotografato quanto, negli ultimi mesi, i canoni di affitto dei magazzini, in America, siano aumentati in media del 25%.
La congiuntura economica in corso e l’incertezza legata all’approvvigionamento di materiali scoraggiano ulteriori investimenti in spazi per lo stoccaggio, con la tendenza ad ottimizzare e razionalizzare quelli che si hanno già a disposizione.
Ripensare e rivedere il layout è dunque la prima veloce regola che solitamente si applica; come ad esempio, predisporre corsie più strette. Passare ad un restringimento di corsie significa però anche valutare con attenzione i flussi di merce, la composizione dei carichi e la movimentazione all’interno e all’esterno dei depositi.
Il passaggio ad un layout a corridoio più stretto deve avvenire gradualmente per dare la possibilità agli operatori di prendere cognizione della nuova struttura, con le relative ricadute a livello di movimentazione merci, stoccaggio e picking.
È importante altresì valutare quanto le attrezzature presenti in magazzino impattino sulla nuova configurazione della struttura in particolare a livello di viabilità sia dei carrelli elevatori sia dei mezzi articolati. Il tutto senza dimenticare di tralasciare gli standard di sicurezza, la velocità, l’efficienza e le performance produttive.